Margherita Remotti - Intervista a Bianco-Valente, 2003

Margherita Remotti: Come è nata la coppia Bianco-Valente?

Bianco-Valente: Ci siamo conosciuti e innamorati una dell'altro nel 1994, siamo da subito andati a vivere insieme in una bellissima casa/studio nel cuore dei Quartieri Spagnoli, qui a Napoli.
Abbiamo scoperto tardi la vera passione della nostra vita, infatti non veniamo dall'istituto d'arte o dall'accademia. Siamo una laureata in Storia del Cinema e l'altro ha abbandonato gli studi da Geologo. Nel 1995 abbiamo cominciato tutto da zero.


MR
: Come si svolge il lavoro di creazione di un'opera in coppia?

BV: Parlando innanzitutto, raccontandoci i sogni e le visioni al mattino o i desideri, le paure.
Andando in giro nel tardo pomeriggio per rinfrescare la mente beccandosi poi solo smog e confusione.
La notte in cui abbiamo iniziato a vivere insieme è cominciato un discorso che in pratica non si è mai fermato, è il motore che muove tutte le dinamiche di cui siamo il centro. Arte e non Arte.


MR: Litigate mai?

BV: Certo, che domande.


MR: Cosa pensate di avere più o in meno rispetto agli artisti che lavorano da soli?

BV: Non invidiamo molto agli artisti che lavorano da soli, la cosa che sicuramente si perdono è che mentre si lavora (anche sodo a volte) si possono aprire simpatici fuoriprogramma... certo, il lavoro ne viene rallentato, ma sono tutte parentesi piacevolissime.


MR: Nel vostro caso, di una coppia di artisti formata da un uomo e una donna, succede spesso che si dia per scontato che la coppia sia tale anche nella vita privata?

BV: Pensiamo sia inevitabile che la vicinanza prolungata trasli il rapporto di lavoro in qualcosa di affettivo o sessuale, capita persino ai manager con le segretarie, figuriamoci noi che non portiamo neanche la cravatta o il tailleur.


MR: E' così?

BV: Si


MR: E come si relaziona l'essere una coppia nella vita con il sodalizio sul lavoro?

BV: Essere artista non ha orario, né giorni festivi, lo sai, e questo vale anche per le relazioni affettive praticate con passione.
Alla fine praticamente indossi contemporaneamente tutte e due le casacche e vivi la tua giornata, ogni distinzione ulteriore diventerebbe superflua.
La cosa che più avverti e ti da fastidio è che a volte, lo stress intenso provocato dal lavoro tende ad agitare le acque fra noi due, adesso però ci siamo abituati e sappiamo come scaricare queste tensioni negative.


MR: Avete mai pensato a cosa potrebbe succedere se un giorno decideste di non formare più una coppia nella vita?

BV: Sì, a volte ci capita di immaginare la fine della nostra storia, e ogni volta con scene e un finale diverso. Le variabili in gioco sono però talmente tante, che non è possibile prevedere da qui cosa possa succedere nella realtà.


MR: Avete mai pensato di iniziare a lavorare separatamente?

BV: No, in questo momento non avrebbe senso, ma il futuro che ci circonda è molto vasto e pieno di possibilità.
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gennaio 2003

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