Bianco-Valente, Tu sei qui, 2015, Cortile di Palazzo Strozzi, Firenze
Mostra a cura di Elena Magini, 11 dicembre 2014 - 25 gennaio 2015


Bianco-Valente, Tu sei qui, 2015, Cortile di Palazzo Strozzi, Firenze, tutte le foto di Martino Margheri















Bianco-Valente, Tu sei qui, 2015, Cortile di Palazzo Strozzi, Firenze, tutte le foto di Martino Margheri

‘Tu sei qui’: passaggi, transiti, deviazioni, di Elena Magini
Da sempre interessati a esplorare le tematiche universali dell’uomo, attraverso lavori che si concentrano sulla relazione tra corpo e mente, storia e percezione, Bianco-Valente hanno concepito per il ciclo Palazzo Strozzi Contemporaneo l’installazione ambientale site specific Tu sei qui, un intervento che riflette sull’unicità dell’esperienza, simbolizzando le dinamiche di scelta, i condizionamenti e le influenze che la determinano.
Il vissuto personale costituisce l’ambito privilegiato della ricerca dei due artisti napoletani, le cui plurali riflessioni si formalizzano sia in installazioni monumentali che in delicate operazioni di registrazione e riproduzione di dinamiche relazionali. L’intervento ideato per Palazzo Strozzi si pone in continuità con le sperimentazioni condotte da Bianco-Valente nel corso degli ultimi anni: il peculiare contesto del palazzo rinascimentale, fortemente connotato architettonicamente e “segnato” dalle attività che si svolgono al suo interno, diviene l’ulteriore tappa di una ricerca fatta di ricorrenze, assonanze, riprese e ritorni.
In Tu sei qui Bianco-Valente vanno a rappresentare e problematizzare le dinamiche attivate dal nostro stesso esserci, mediante la costruzione di un ambiente immersivo e stratificato. L’installazione si compone di una superficie specchiante di grandi dimensioni collocata al centro del cortile e di un diagramma a terra, disegnato da luci proiettate dall’alto.
Sui due fronti della lastra è applicata la scritta “tu sei qui”: un’affermazione diretta, semplice, immediatamente identificabile, che fa riferimento alle asserzioni poste sulle mappe dislocate nelle città o all’interno di edifici. Il livello di senso legato all’iscrizione, originariamente connesso ad apparati informativi e a mappe orientative - quindi ad abilità spaziali e cognitive che si acquisiscono con l’esperienza - viene contraddetto e allo stesso tempo ampliato dalla sua collocazione inusuale. Il linguaggio non è più uno strumento funzionale o un codice informativo, ma diviene un dispositivo capace di veicolare considerazioni schiettamente mentali, legate alla complessità del reale e alla sua percezione: gli spettatori sono chiamati a interrogarsi sul senso della frase, a ri-orientare il suo significato connettendolo alla rappresentazione di se stessi sullo specchio.
La relazione di continuità tra il piano visivo e quello iconico della scritta rende manifesta l’esperienza che la superficie specchiante riproduce (la presenza dello spettatore in un determinato qui e ora) evocando contemporaneamente una dimensione anteriore e in itinere. La scritta costituisce un riferimento diretto al pubblico e ai semplici passanti del cortile di Palazzo Strozzi: riprodotto nell’immagine virtuale dello specchio lo spettatore prende coscienza della propria collocazione transitoria nello spazio e nel tempo. L’installazione muta inoltre la percezione usuale del cortile alterandone la spazialità in un gioco di continuità e rispecchiamenti tra il colonnato e le porte d’ingresso, e allo stesso tempo ne esalta le caratteristiche costitutive, immettendovi un dispositivo ottico che richiama e riproduce le architetture simmetriche e speculari del suo interno.
La storia, individuale e collettiva, viene avvertita da Bianco-Valente come una rete che lega luoghi, persone e cose, un tessuto connettivo che ridefinisce l’ambiente che ci circonda e che da questo è definito. Questo processo di azioni e reazioni trova un’analogia con il tracciato luminoso proiettato sul pavimento, dove l’immagine, seppur impalpabile, segna in modo evidente l’architettura del cortile, mentre le linee vengono a loro volta alterate dal passaggio degli spettatori, coinvolti e inglobati all’interno della superficie di proiezione. Il diagramma a terra diviene una visualizzazione astratta e simbolica dei percorsi personali, delle scelte e degli accadimenti che popolano il nostro vissuto e che determinano la nostra contingenza, condizione già evocata dallo specchio. Il reticolo di linee continue e intersecanti dà luogo ad una sorta di geografia alternativa del cortile, non più legata alla sola dimensione spaziale ma anche ad una temporale, fatta di stratificazioni, legami, accelerazioni e spostamenti.
Lontani da una concezione determinista della realtà, gli artisti intendono lo sviluppo dell’uomo come frutto di casualità, di incontri, di scelte, di errori e di influenze. Una complessità dell’esperienza individuale impossibile da determinare o circoscrivere, ma di cui Tu sei qui vuole dare una rappresentazione allo stesso tempo simbolica ed estetica. Accogliendo lo spazio espositivo nelle sue caratteristiche plurali, tra funzionalità sociale e luogo di transito, Bianco-Valente originano un ambiente mentale che conduce lo spettatore all’interno di una comunicazione linguistico-sensoriale composita, capace di spostare la riflessione sulla natura complessa del reale, da un piano intimo e privato ad uno pubblico e potenzialmente condiviso.


‘You Are Here’: passages, transits, detours by Elena Magini
Keen explorers, through their work, of universal themes such as the relationship between body and mind, between story and perception, Bianco-Valente have designed a site-specific environmental installation for the Palazzo Strozzi Contemporaneo cycle entitled You Are Here, an artwork reflecting on the unique nature of experience and symbolising the dynamic of choice and the pressures and influences that determine that choice.
Personal experience takes pride of place in the research of these two Neapolitan artists, whose prolific thought is given concrete shape in both monumental installations and delicate operations that record and reproduce the relational dynamic. The installation devised for Palazzo Strozzi continues in the vein of experimental work conducted by Bianco-Valente over the past few years: the unique environment of a Renaissance courtyard, an area with a strong architectural connotation that is also “marked” by the daily activities it hosts, becomes the next step in a project based on recurrence, assonance, resumption and rediscovery.
In You Are Here, Bianco-Valente endeavour to depict and to explore the dynamics triggered by our “being here” through the construction of an immersive, stratified environment. The installation comprises a large mirror in the centre of the Courtyard and a diagram on the ground shaped by lights projected from above.
This large reflecting surface bears the legend “You Are Here” on both sides: a direct, simple and instantly identifiable statement echoing the words found on maps in cities or inside buildings. The sensory level that reacts to these words, which are commonly associated with tourist information panels and maps for finding one’s way around (thus, spatial and cognitive skills acquired through experience) is here contradicted yet, at the same time, expanded by its uncustomary positioning. Language here is no longer a functional tool or an informative code but a device capable of conveying essentially cerebral considerations linked to the complexity of reality and of its perception: observers are prompted to ask themselves questions regarding the meaning of the words, to redirect those words’ significance by associating them with the image of themselves that they see on the reflecting surface.
The relationship of continuity between the visual plane and the iconic plane of the words imparts visibility to the experience reproduced by the reflecting surface (the presence of the observer in a given here and now) while simultaneously evoking an earlier, ongoing dimension. The words are a direct reference to the audience, and indeed to anyone simply passing through the Palazzo Strozzi Courtyard: reproduced in the virtual image in the mirror, observers become aware of the transitory nature of their position in time and space. The installation also alters people’s customary perception of the Courtyard by changing its spatial nature in a game of continuity and reflection between the portico and the doorways, while at the same time enhancing its Renaissance features by inserting an optical device which echoes and reproduces its symmetrical, mirror-image architecture.
Bianco-Valente have always interpreted personal and collective stories as a network linking places, people and things, as a connecting fabric which redefines the environment around us and which is defined by that environment in its turn. This process of action and reaction is mirrored in the light traced out on the ground, where the image, though insubstantial, clearly highlights the Courtyard’s architecture, while its lines are altered in their turn by the transit of observers involved and absorbed inside the projection surface. The diagram on the ground becomes an abstract and symbolic visualisation of the personal pathways, choices and events that populate our existence and shape our fate, a condition already evoked by the mirror. The gridwork of unbroken, intersecting lines spawns a kind of alternative geography of the Courtyard no longer associated with its mere spatial dimension but now endowed also with a temporal dimension made of stratification, connection, acceleration and movement.
Shunning the deterministic conception of reality, the artists interpret the development of mankind as the product of happenstance, of encounters, of choices, of errors and of influences. The complexity of individual experience is impossible to determine or to circumscribe, but You Are Here endeavours to provide a depiction of that experience that is at once symbolic and aesthetic. In embracing the many aspects of an exhibition space which has a social function but which is also a place of transit, Bianco-Valente have produced a mental environment that accompanies the observer into a composite linguistic and sensory communication capable of shifting people’s reflection on the complex nature of reality from an intimate, private level to the level of a public and potentially shared experience.

Recensioni / Reviews
- Tu Sei Qui, Domus web, 24 dicembre 2014 (Link)
«Tu sei qui»: passaggi, transiti, deviazioni, di Elena Magini, Arshake, 17 dicembre 2014 (Link) (Jpg)
“Tu sei qui”. Ecco le immagini dell’installazione di Bianco Valente nel cortile di Palazzo Strozzi, di Diana Di Nuzzo, Artribune, 13 DIC 2014 (Link) (Jpg)
- Bianco-Valente per il contemporaneo di Firenze, Arriva a Palazzo Strozzi la nuova installazione "Tu sei qui", Exibart.com, 7 DIC 2014 (Link) (Jpg)

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